Maria sta per iniziare una nuova giornata di studio per sostenere l’esame, quello che ha già rimandato tre volte.
Appena apre il libro si ricorda di dover mandare un messaggio importantissimo all’amico, non può rimandare! Torna davanti al libro e non appena lette due righe, si ricorda che il cane non ha mangiato, per cui si alza e prepara la ciotola. Decide intanto di fare uno spuntino e va in cucina. A questo punto è quasi ora di pranzo e decide di preparare qualcosa, anche se sono le 11 meglio avvantaggiarsi, così dopo è già pronto!
Dopo pranzo, per ritrovare la concentrazione, si dedica mezz’ora di relax e poi torna alla scrivania. Ma le viene in mente che non ha controllato il telefono da un po’ di tempo, risponde a tutti i messaggi, controlla la mail, apre facebook, Instagram e legge le news, poi visto che c’è, da un occhio a booking per prenotare per il prossimo week end e pensa che può dedicarsi 10 minuti per cercare un volo economico per le vacanze estive. Sono le 18, meglio rimettersi a studiare! Ma pensa che oggi non è riuscita a fare la sua passeggiata quotidiana, e visto che ormai la giornata di studio è persa, si mette le scarpe da ginnastica. E mentre le allaccia e pensa che d’altra parte camminare fa bene sprofonda nei suoi pensieri: “…un’altra giornata buttata, perché faccio così? Perché ho così poca forza di volontà?…”
Maria senza capire bene cosa sia successo non è riuscita praticamente nemmeno a leggere un paragrafo.
Chi si è riconosciuto leggendo la giornata di Maria?
“Domani smetto di fumare”, “la settimana prossima mi metto a dieta”, “da lunedì inizio a studiare per l’esame.” Quante volte abbiamo fatto a noi stessi queste promesse senza riuscire a mantenerle?
A chiunque sarà capitato in alcuni momenti della vita o nei confronti di alcune situazioni di trovarsi come bloccati, privati della possibilità di iniziare o portare a termine qualche attività.
In psicologia viene chiamata “procrastinazione” l’abitudine di rimandare cose da fare sempre in altro momento. Alcune persone rimandano alcuni particolari compiti che riguardano un certo ambito della propria vita, ad esempio possono essere delle persone efficienti e ben organizzate sul lavoro, ma essere pigre e inefficienti per quanto riguarda le pulizie di casa.
Altre persone, invece, si trovano in una situazione più generale di procrastinazione, nella quale questa diventa quasi uno stile di vita, una modalità per affrontare qualsiasi impegno e scadenza.
Quando tendi a procrastinare in cuor tuo sai benissimo che non dovresti, che avresti fatto meglio a dedicarti a quella determinata attività. Nonostante questo, chi rimanda continua a farlo, consapevole di essere in errore, di andare contro se stesso.
Ti senti imprigionato in un labirinto, sai cosa dovresti fare per uscirne e nonostante ciò non lo fai.
Procrastinatore Rilassato e Procrastinatore Preoccupato
In questo procrastinare qualcuno riesce a rimanere relativamente sereno, ma la maggior parte dei procrastinatori non riesce in realtà a rilassarsi e oziare in tranquillità: il cervello non dà pace.
La ricerca ha infatti individuato due “stili” differenti di procrastinazione, uno definito Rilassato ed uno Preoccupato. Il procrastinatore rilassato è colui che evita le attività o incombenze ritenute noiose, routinarie, mentre è particolarmente efficiente ed energico nei confronti di tutte quelle attività che lo appassionano. Il problema di questo tipo di procrastinatore è che tende a intraprendere molte attività con entusiasmo ma poi una volta venuto meno il fascino della novità tende a stancarsi e a non portare a termine l’obiettivo. A volte la sensazione di essere inconcludenti può portarci a mettere in dubbio addirittura la nostra possibilità di trovare una strada nella vita magari perché sentiamo che tendiamo a cambiare spesso percorso di studi oppure a saltare da una relazione all’altra. Sentiamo che non ci impegniamo mai veramente a fondo quanto dovremmo.
Il procrastinatore preoccupato è invece colui che tende ad avere scarsa fiducia nelle proprie capacità, ha difficoltà a gestire lo stress ed è spesso attanagliato da una serie di paure e idee irrazionali che non gli consentono di agire. Quando la centralina d’allarme del cervello continua a ricordare che c’è qualcosa da fare si ha una sensazione fastidiosa, che impedisce di godere quella pace e quella serenità che il fatto stesso di rimandare qualcosa di spiacevole dovrebbe procurare.
Infatti, l’obiettivo del rimandare dovrebbe essere quello di sollevare, almeno temporaneamente, dalla preoccupazione derivante da una determinata incombenza.
Molto spesso invece, per quanto si riesce a rimandare certi impegni, non si riesce a smettere di pensarci.
A volte dopo la procrastinazione arrivano i sensi di colpa, ma non c’è niente da fare: proprio non si riesce a fare altrimenti!
Ma allora perché continuiamo a procrastinare?
Quali sono le cause della procrastinazione?
A volte si sente talmente forte la paura di un fallimento, che prima di aver conferma delle sensazioni di inadeguatezza che questo nasconde si preferisce procrastinare. All’estremo ci potrebbe essere la paura del successo: molte persone hanno paura di farcela. In questo caso è utile chiedersi a cosa dovremmo rinunciare se riuscissimo in quell’obiettivo.
Ancora, molto spesso capita di essere sottoposti a troppa pressione e carico eccessivo e se siamo sovraccaricati cerchiamo distrazioni, pause e attività rilassanti.
A volte invece ci scontriamo con i nostri limiti e ci chiediamo se l’obiettivo è alla nostra portata.
Altre volte, ancora, ci chiediamo se davvero ci interessa quello che stiamo facendo. Forse vogliamo evitare una cosa che proprio non ci va di fare!
Altra causa del procrastinare potrebbe essere la resistenza al cambiamento: sappiamo che facendo quella cosa andremo a migliorare, ma per paura del “salto nel buio” a volte rimanere dove siamo è più facile e questo provoca un blocco.
La prima cosa utile da fare se riconosciamo che stiamo procrastinando e che questo non ci va, ci intralcia, o ci fa stare male, è quella di chiedersi quale è per noi il senso di queste azioni. Proviamo a chiederci cos’è che ci spinge ad agire in modo diverso da come ci immaginiamo di dover o voler fare. Non bolliamoci subito come incapaci o lassisti. Proviamo ad ascoltare cosa l’esperienza che stiamo facendo ci sta dicendo di noi. Molto della possibilità di risolvere il problema sta in cosa causa il problema stesso. Per alcuni ascoltare anche questi aspetti più inconsapevoli di sé può essere naturale, per altri può apparire difficoltoso. In questi casi un terapeuta può aiutarci a trovare il senso di quello che stiamo vivendo e, di conseguenza, a trovare nuove modalità più funzionali per noi di far fronte a quel problema.
Qualche consiglio passe partout, che può essere applicato a situazioni anche diverse tra loro:
– Inizia! Iniziare, ponendosi piccoli obiettivi, aiuta a trovare la motivazione.
– È utile provare a cambiare prospettiva:la procrastinazione potrebbe non essere un problema di gestione del tempo ma di gestione delle emozioni?
– Quando raggiungi l’obiettivo, per quanto piccolo sia, fatti un regalo, un piccolo sfizio, qualcosa che ti piace.
– Potrebbe essere utile stabilire delle routine: facendo sempre la stessa cosa allo stesso orario è più facile prendere una buona abitudine.
– Accettando di essere imperfetto/a, valorizzando le tue risorse e accettando i tuoi limiti: prova ad accettare anche le sensazioni spiacevoli, ascoltandoti e osservando quello che ti succede.
– Pianifica scrivendo i primi passi per questa settimana, ponendoti piccoli obiettivi e, una volta raggiunti, spuntali.
– Allontana il cellulare quando inizi: i social sono elemento di distrazione per eccellenza, portano via molto tempo senza che ce ne rendiamo conto!
– Quando vedi che proprio non riesci, cambia azione, non rimanere immobilizzato/a. Forse è da altro che hai bisogno di partire.
Cristina Dolce
Psicologa e Psicoterapeuta