“Sono l’intervallo tra ciò che sono e ciò che non sono,
fra quanto sogno di essere e quanto la vita mi ha fatto essere”
Fernando Pessoa
I sogni sono tra le attività mentali che hanno generato maggior interesse e curiosità, non solo tra gli psicologi, ma anche tra le persone più in generale. Sono stati protagonisti di opere artistiche a vario livello come ad esempio film, musiche e dipinti. In particolare hanno affascinato le persone per l’idea che potessero nascondere dei misteri e che potessero essere scoperti tramite l’interpretazione. “Quale è il significato profondo dei sogni?” è stata una domanda alla quale tantissimi psicologi, a partire da Freud, hanno cercato di dare una risposta.
Ognuno di noi è diverso nel modo in cui sogna: alcuni tendono a ricordare spesso i propri sogni, altri non li ricordano affatto. Si può passare da un ricordo soffuso, da una immagine fioca con soltanto delle vaghe sensazioni, a ricordarlo nei minimi dettagli, come se fossimo ancora lì.
Il nostro sognare cambia anche nel tempo e a seconda del periodo che stiamo attraversando: ci sono periodi della nostra vita in cui sogniamo tanto, altri in cui non sogniamo per niente. A volte associamo certi tipi di sogni a fasi particolari della nostra vita, come l’adolescenza, l’ingresso nel mondo del lavoro o la nascita di un figlio. Ci sono persone che sognano lo stesso tema per mesi, addirittura anni, magari a fasi intermittenti.
Tra i sogni più ricorrenti potrei elencare: il cadere nel vuoto, lo scappare da qualcuno o qualcosa, il non riuscire a parlare e/o a camminare, il volare, il ripetersi di un esame (quello di maturità è uno dei più gettonati), e non ultimi i sogni a carattere sessuale.
Possono lasciarci sensazioni diverse, soprattutto al risveglio: possono darci un senso di liberazione e desiderare che non finiscano mai, mentre altri possono angosciarci, terrorizzarci, e altri ancora non lasciare alcun segno.
Un ottimo modo per ricordarli può essere quello di scriverli su un taccuino non appena li abbiamo fatti, o comunque non appena ci siamo svegliati. Scriverli subito ci permette di ricordare maggiori particolari, anche significativi, che altrimenti andrebbero persi se ne posticipassimo la scrittura.
Mentre sogniamo gli schemi interpretativi che solitamente usiamo per dare significato alla nostra esperienza, di noi stessi e del mondo che ci circonda, sono allentati. Molte persone infatti hanno l’impressione che i sogni rimescolino le carte in tavola, ribaltino assunti dati per certi, e stravolgano le convinzioni assodate. Molte altre invece riportano che i sogni mostrino in maniera più amplificata i loro sentimenti più intimi: sensazioni, emozioni, percezioni che di solito non emergono nello stato di veglia, nel sogno riescono a sbocciare, fino al punto a volte da spaventare o disorientare il sognatore.
I sogni possono essere interessanti nella misura in cui ci permettono di guardare le cose che ci accadono, fuori e dentro di noi, da un altro punto di vista, magari insolito e non scontato, e che dunque può farci intravedere strade e possibilità laddove in precedenza trovavamo vincoli e blocchi. Possono essere anche una stimolante fonte di informazioni riguardanti noi stessi: cosa per noi conta, di cosa abbiamo paura, cosa desideriamo.
Credoche la curiosità possa essere uno degli atteggiamenti più utili per avvicinarsi al mondo dei sogni. Una curiosità che lascia spazio all’ignoto e all’incerto, ma che può aprire anche alla novità e a un rinnovamento personale.
Personalmente mi piace l’idea di poter “giocare” con i sogni: di poterli concepire come una bozza di un racconto, una palletta di pongo colorata o un dipinto con appena qualche pennellata.
Queste metafore mi rimandano all’idea che i sogni possano essere “lavorabili”, permettendo quindi alla persona di seguire un proprio percorso creativo le cui basi sono state gettate dal sogno stesso. Seguendo questa ottica, il sogno non deve necessariamente avere un significato preciso e definitivo una volta per tutte e valido per sempre, ma può essere sempre oggetto di nuove e ulteriori “lavorazioni”. I sogni non sono indipendenti dal sognatore: un elemento di un sogno per una persona può significare una cosa, mentre per un’altra può indicare tutt’altro. Il sogno parla della vita del sognatore, del suo mondo relazionale e del periodo che sta attraversando, e non a prescindere da essi.
Questo modo di concepire i sogni può farci assumere un ruolo attivo su di essi, non dandoci la sensazione di subirli passivamente, ma che possiamo farci qualcosa. Sempre riprendendo le metafore usate in precedenza, i primi ruoli che mi vengono in mente e che potrebbero essere coerenti con una ottica di questo tipo, potrebbero essere quelli del regista, dello scrittore, o del pittore. Ma potrebbero essercene tanti altri…l’importante è che rimandino ad una idea di creatività.
Assumendo una posizione di questo tipo, potremmo porci alcune domande sul sogno, come ad esempio:
– Come mai i personaggi del sogno (me compreso) hanno avuto bisogno di comportarsi così? Cosa credo stessero cercando? Quale era la loro psicologia?
– Cercando di seguire la psicologia dei personaggi e l’atmosfera del sogno, come sarebbe potuta proseguire la storia se il sogno fosse andato avanti? Cosa mi sarebbe piaciuto fare o far fare di diverso ai personaggi del mio sogno?
– Cosa succederebbe se portassi quei sentimenti del sogno dentro la mia vita da sveglio?
Il sogno può essere usato dunque come un pretesto per sviluppare storie e narrazioni diverse della persona: concepire universi paralleli di senso e modi alternativi di essere sé stessi in relazione con gli altri.