“Alcuni pensano che tenere duro renda forti, ma a volte è lasciarsi andare che lo fa”
(Hermann Hesse)
Oggi approfondiremo insieme la possibilità che abbiamo, quando siamo in difficoltà, di lasciarci andare dandoci l’opportunità di sperimentare esperienze nuove e sorprendenti. Per poterlo fare abbiamo chiesto aiuto ai Beatles e alla loro canzone simbolo Let it be che è nel cuore della maggior parte di noi.
I “fab four” si sono formati nel 1957 diventando un fenomeno mondiale fino al 1970 anno di uscita di Let it be;in quel periodo i rapporti si erano definitivamente incrinati e ogni membro della band iniziò a cercare la propria strada e la canzone, ipotizzata inizialmente come un possibile sguardo al futuro, è stata una proclamazione involontaria di un addio.
Ecco che Let it be, letteralmente tradotto in “lascia che sia”, assume il significato più ampio di “lascia perdere, lascia correre, lascia che la vita faccia il suo corso”.
When I find myself in times of trouble
Mother Mary comes to me
Speaking words of wisdom, let it be.
Proprio in questo periodo turbolento arriva a Paul McCartney l’ispirazione per scrivere la canzone.
Durante una notte racconta di aver sognato sua madre Mary, scomparsa nel 1956 quando lui aveva quattordici anni, che gli sussurrò queste sagge parole “Let it be” mostrandogli la possibilità di lasciar andare, rilassarsi e non preoccuparsi dei guai.
Sono parole di conforto, che nei momenti di difficoltà ci ricordano di non temere o combattere le cose tristi che ci capitano e che non possiamo cambiare ma di accettarle andando avanti.
A volte, come Paul, sappiamo bene quali sono le difficoltà che ci bloccano e che dobbiamo superare ma tendiamo a non vederle o minimizzarle. Per accettare questa consapevolezza può esserci di aiuto una persona cara su cui poter fare affidamento, un genitore, un amico, una guida come lo è stata in sogno sua madre.
And when the broken-hearted people living in the world agree
For though they may be parted, there is still a chance that they will see
Tutti possiamo rivederci nel testo della canzone tra i “cuori spezzati” a causa di storie d’amore, carriera lavorativa, amicizie o sogni e illusioni che non si avverano.
La chiave per “lasciar andare” sta proprio nell’opportunità che abbiamo di vedere in questo una possibilità; come suggerisce la canzone, può esserci una risposta che in questa strofa assume il senso di “lascia che accada”: lascia che un nuovo orizzonte, nuove relazioni e nuove esperienze diventino una realtà.
Rileggendo il testo risuona l’eco della canzone di Niccolò Fabi “Vince chi molla” (di cui abbiamo parlato agli albori di questa rubrica, se volete approfondire la trovate qui): non dobbiamo trovare tutte le risposte, non dobbiamo combattere la corrente. A volte, non possiamo controllare tutto ciò che ci circonda, proviamo quindi a inserire la possibilità di rileggere le nostre esperienze da un punto di vista diverso. Lasciamo che il flusso ci guidi, ci aiuterà rendendoci persone più forti. Spaventoso? Forse sì, ma possiamo provare anche a stare in questo timore cercando di capire che cosa realmente ci tiene ancorati e forse potremmo scoprire che salpare verso nuove rotte potrà essere una nuova opportunità.
There will be an answer, let it be
Non è per niente semplice o scontato inserire questa visione nel nostro modo di affrontare la vita di tutti i giorni. Proviamo però a vederla diversamente: è sempre utile affrontare le difficoltà provando a combatterle al fine di superarle?
Se non lo facessimo ne scaturirebbe un’immagine di noi stessi come spettatori passivi delle cose che ci accadono? Oppure, spaventati da ciò che non conosciamo e dalla possibilità di cambiare, non vogliamo mettere in discussione il nostro modo di affrontare le difficoltà e le scelte?
Il “Let it be” sta proprio in questo, lasciare che la nostra esperienza fluisca, trascinandoci verso direzioni inaspettate e sorprendenti; essere aperti a nuovi stimoli, nuovi obiettivi e nuove opportunità.
Curiosità
Durante le prove, visto che presentava sonorità gospel, George Harrison suggerì a Paul McCartney di presentare Let it be ad Aretha Franklin, la quale eseguì la sua interpretazione includendola nell’album “This girl’s in love with you” uscito il 15 gennaio 1970 (quasi due mesi prima della versione dei Beatles).
L’album dei “fab four” fu ultimato in una prima più essenziale versione che al manager del gruppo non piacque, decidendo di modificarla inserendo archi e cori.
Quando fu pubblicato Let it be, i Beatles si erano già sciolti ma il singolo raggiunse la prima posizione in classifica negli Stati Uniti, in Italia e la seconda in Inghilterra.
Paul non contento delle sonorità, dopo trent’anni ha deciso di restituire all’album la sua veste primitiva eliminando archi, sovraincisioni e rivisitando la scaletta. Il lavoro uscito nel 2003 è stato chiamato “Let it be…naked”.
Matteo Ignesti
Psicologo e Psicoterapeuta