Come in un viaggio, anche nel corso di una relazione si possono incontrare ostacoli e imprevisti; ci si può imbattere in panorami mozzafiato, così come in strettoie. Il conflitto e le discussioni fanno parte del gioco, e ciò che può rendere invalicabile un passaggio è la difficoltà a trovare una soluzione comune e condivisa di fronte a quel limite. Ci si può sentire bloccati, come in un vicolo cieco.
Le difficoltà che portano a chiedere una terapia di coppia possono essere svariate: di comunicazione, nel modo di vivere la sessualità, con le famiglie di origine, rispetto all’educazione dei figli, nella gestione della vita domestica ed economica; così come le paure e i timori di uno o entrambi i partner.
LO “SPAZIO” DELLA TERAPIA
Quando ci sentiamo delusi, feriti, attaccati per qualcosa che sta accadendo, è facile che le emozioni sfocino in una discussione, rimandando all’altro, ancora una volta, che non riesce a capirci. Oppure, possiamo tenere saldo un silenzio per evitare quella discussione. Può anche accadere di sentire una fatica accumulata da così tanto, da non discutere nemmeno più e procedere per inerzia, su binari paralleli sempre più lontani.
Quando ci si sente bloccati, senza via d’uscita da una situazione, può essere molto faticoso anche solo confrontarsi, o farlo in modo costruttivo con un’effettiva disponibilità all’ascolto. Ed è facile sentirsi attaccati o accusati. Per una coppia, lo spazio terapeutico può divenire il luogo in cui prendersi cura del proprio noi, con rispetto e delicatezza, affrontando quelle incomprensioni e quelle distanze.
Nel dialogo con un terapeuta ognuno dei partner può esprimere i propri punti di vista, le proprie emozioni e fatiche, in un contesto protetto dal rischio di “parlare da solo”, “non essere compreso”, “sentirsi squalificato o giudicato”. Per entrambi può essere un modo nuovo tanto di raccontarsi, quanto di ascoltare ciò che prova l’altro.
IN CHE MODO IL TERAPEUTA DI COPPIA PUÒ AIUTARCI?
Il terapeuta cerca di capire assieme alla coppia quelle discussioni e quelle fatiche: come si è arrivati a quel momento, come ci si sentiva, come ognuno ha interpretato un gesto o una parola dell’altro.. La discussione, da semplice e ben noto litigio, diviene così un confronto sulle sensazioni, sui bisogni e i desideri di ognuno, a volte dimenticati o dati per scontati.
Per esempio, con l’aiuto del terapeuta, si può scoprire che la sgradevole sensazione che “per forza mi arrabbio, se ogni volta che mi devi dire qualcosa, lo fai urlandomi contro e svilendomi”, arriva al partner perché “mi sembra che tu consideri le mie richieste solo quando arrivo a dirti cose pesanti e ad alzare il tono”. Iniziare a capire che il/la partner mi svilisce quando non si sente da me considerato/a, e che la mia rabbia deriva dal sentirmi ferito/a e non è uno sminuire le tue richieste, può cambiare molto lo scenario di quello che veniva ritenuto un consueto litigio, magari anche banale ma che a lungo andare logora, perché si ripete sempre come un copione già scritto.
Il terapeuta non ha la funzione di stabilire i torti e le ragioni, di ripristinare una “corretta” comunicazione e, tantomeno, di fare prognosi sulla coppia. Ma partecipa offrendo domande o riflessioni per rendere via via più espliciti e comprensibili i reciproci punti di vista e aiuta a trovare modi per rendere il noi protagonista della relazione.
Grazie alla terapia di coppia si trovano modalità di comunicare e agire in cui entrambi i partner possano stare meglio. Un obiettivo importante è far in modo che ognuno possa meglio comprendere e considerare come l’altro si sente e i suoi bisogni, senza però dover rinunciare a una parte di me, ma anzi, trovando allo stesso tempo una maggior possibilità di espressione e comprensione di ciò che io stesso/a provo.
COSA ASPETTARSI DA UNA TERAPIA DI COPPIA
Non si può definire a priori “dove” una terapia di coppia porterà; è un percorso a più vie, nessuna giusta o sbagliata di per sé, ma ciascuna preferibile o meno per “questo nostro noi”.
Anche quando la domanda sembra concorde e chiara (“vogliamo tornare ad amarci come una volta” o al contrario “vogliamo separaci serenamente”), il percorso stesso della terapia può portare a ridefinire la sua meta. Una terapia di coppia non si propone di far tornare insieme qualcuno, ma è l’opportunità per interrogarsi su come si sta vivendo la relazione, come la si vorrebbe vivere e che cambiamenti poter fare per viverla come si vorrebbe.
I punti di arrivo sono svariati: trovare insieme nuovi modi per continuare la relazione; lasciarsi con maggior consapevolezza (personale e della relazione vissuta); individuare delle tematiche che prima non erano state prese in considerazione, ma che per la coppia sono importanti (ad esempio riguardanti la propria genitorialità, i figli, le famiglie di origine, la sessualità, ecc.). Ognuno di questi è un traguardo e un nuovo punto di partenza, a cui poter arrivare con delicatezza e intimità.
Forse questo, come coppia, ci possiamo aspettare da una terapia di questo tipo: darci spazio e tempo, attendere assieme, scoprirci, guardare la relazione da nuove prospettive, comprendere reciprocamente i nostri punti di vista e scegliere insieme quello migliore per noi stessi e per noi due.
Margherita Pasi
Psicologa – Psicoterapeuta