“Il coraggio non mi manca. È la paura che mi frega.”
Totò
“Io non ho paura” è il titolo del lavoro del rapper italiano Ernia, pseudonimo di Matteo Professione. È anche una frase, un mantra, che diciamo a noi stessi di fronte alle difficoltà o alle situazioni che ci sembrano più grandi di noi.
Ernia è arrivato al successo un paio di anni fa grazie alla sua hit “Super classico”. Questa improvvisa notorietà ha spaventato il rapper ma gli ha anche permesso di lavorare ad un album incentrato proprio sulle paure e sui timori che incontriamo nella vita. Tra i brani spicca la canzone “Bella Fregatura”, primo singolo uscito, che parla proprio di questo.
“In situazioni come questa in precedenza mi ero sempre abituato al girarmi e fuggire”
La prima reazione che suscita la paura è quella di fuggire in modo da non esserne travolti, una soluzione immediata e apparentemente salvifica.
Avete presente quando durante un film horror, in ogni situazione paurosa o potenzialmente pericolosa, il protagonista non fugge e noi dal divano gli urliamo “scappaaaaa!”?
La canzone comincia sulla scia di questa emozione, fornendoci poi alcuni spunti per vederla in modo alternativo.
“Come se avessi sempre avuto più paura di avere successo quindi in casi come questo quasi preferissi fallire”
Come anticipato, ogni volta che parliamo di paura la associamo automaticamente a situazioni che ci spaventano, che ci fanno ipotizzare un possibile fallimento o una sconfitta.
Nella canzone invece si affronta un altro tipo di paura: quella di riuscire, di vincere, di avere successo (quella che in gergo si definisce “nikefobia”). Siamo portati a pensare che la felicità e il successo siano appetibili, e allora perché dovremmo avere paura che le cose vadano bene?
Forse perché è una cosa nuova, che magari non siamo sicuri di saper gestire. Oppure perché ci spaventa l’idea che se va bene e ci abituiamo, e andasse male in seguito, ci staremmo anche peggio. O ancora, perché temiamo che poi si alzino le aspettative su di noi o per tanti altri motivi, accomunati dal fatto che ci preoccupano le implicazioni che potrebbe avere questo successo (personale, del nostro lavoro, di una storia d’amore…). Ci preoccupano al punto che, a volte, è preferibile l’idea del fallimento, come dice Ernia, visto che la strada del fallire la conosciamo meglio e sappiamo cosa comporta.
“Io penso cose che tu non t’aspetti perché ho ancora più sogni che cassetti”
La canzone parla di una storia d’amore nella quale i due protagonisti viaggiano a velocità e con priorità diverse. Da una parte lei che pensa alla prospettiva futura della coppia, dall’altra lui che la vive come un’impossibilità di realizzare i propri sogni.
La soluzione per Ernia era sempre stata fuggire eppure qualcosa questa volta cambia. L’amore e il rapporto con lei lo tengono in bilico tra una fuga, che non ha più voglia di fare, e un viversi la relazione che per però lui è sinonimo di rinunciare a parti di sé.
Però c’è ancora qualcosa che tiene entrambi bloccati in un eterno presente, senza il coraggio di fuggire come lui vorrebbe o di andare avanti verso il futuro come lei vorrebbe: insomma, una bella fregatura.
“Vorrei che un po’ di te capisse […] E far coincider tutto non è facile per niente”
Ernia ha ragione, come possiamo uscire da questa fregatura?
Una possibilità si trova sicuramente nell’incontro con l’altra persona, provando a comprenderla e mettendosi nei suoi panni: questo ci aiuterebbe a leggere ogni cosa da una prospettiva comune e non più singola. Per farlo serve una disponibilità ed una flessibilità verso chi ci è accanto, che sì, potrebbe modificare le nostre certezze ma senz’altro potrebbe trasformarle in nuove opportunità.
E la paura?
La paura se ne va.
Curiosità
La canzone “Bella fregatura”, uscita a novembre 2022, nella prima settimana ha collezionato quasi tre milioni di ascolti su Spotify, mentre su TikTok si è presa la testa della classifica con oltre 57mila video, in cui i creator hanno utilizzato il ritornello in sottofondo.
Invece sapete perché si chiama Ernia? Era un nomignolo che il rapper aveva affibbiato ad una sua amica di scuola che soffriva di ernia ombelicale. La chiamava così in maniera scherzosa, fino a quando anche lei ha iniziato a chiamarlo in quel modo.
Matteo Ignesti
Psicologo e Psicoterapeuta