È stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati
Fabrizio De Andrè
Amare è dolce e bello ma può anche far paura. Amare ci fa sentire più vulnerabili: ci mettiamo in gioco, scopriamo nuove parti di noi stessi, apriamo le porte all’altro per entrare in un legame profondo.
Immaginare che la relazione possa finire e di conseguenza soffrire, ci può bloccare nel viverla. Lasciarsi andare ci fa paura. Questo è tanto più vero quando ad innamorarci siamo all’estero, lontano da casa.
Abbiamo lasciato la nostra città per un progetto: lavoro, studio, stage, volontariato… È già chiaro cosa ci aspettiamo: vivere un’esperienza in un altro Paese, in un contesto culturale diverso dal proprio, ci farà crescere, miglioreremo la conoscenza di una lingua straniera, arricchiremo il nostro curriculum. Ci prepariamo con anticipo a questa esperienza, la pianifichiamo: partiamo con un obiettivo più o meno chiaro. Ci fa sentire determinati, ci fa sentire di aver un ruolo attivo nella nostra vita.
E se ci innamoriamo?
L’amore stravolge. Stravolge ciò che ci eravamo immaginati, stravolge i nostri piani. Può darci la sensazione di perdere il filo dei nostri progetti e vivere l’amore in un contesto così particolare può far nascere domande come: ma sarà vero amore? Forse è solo un’infatuazione? Sto perdendo la testa?
Ma perchè le emozioni sono così forti?
La sensazione di continuo movimento mentre stiamo vivendo un’esperienza all’estero ci fa sentire leggeri, più liberi, senza filtri, liberi dalla quotidianità , dalla routine… È come se ci fosse spazio per esperienze che mai ci eravamo immaginati di poter vivere. Soprattutto sapere che è un’esperienza circoscritta in un luogo e in un tempo, può farci sentire quasi di vivere una vita parallela a quella a cui eravamo abituati a poco prima della partenza, quasi come se fossimo in un altro pianeta. Le emozioni possono essere vissute come più intense e forti, proprio perché vissute liberi da schemi e strutture che talvolta possono bloccarcinel lasciarsi andare a esperienze più spontanee.
La spontaneità spesso porta con sé la curiosità e la sensazione di libertà di movimento. Così ad esempio potremo imparare cose di un’altra cultura direttamente da quella persona e come un riflesso può connetterci al resto del mondo.
Non dobbiamo quindi sorprenderci se nascerà una relazione proprio per questo più libera e appagante. In una relazione lontano da casa nessuno può intromettersi o influenzare il rapporto dall’esterno. I giudizi e le opinioni degli amici non interferiranno. La curiosità dei genitori sarà anche fuori dall’equazione e così si può essere veramente se stessi. Al 100%. Tutto questo ci rende felici, ci fa stare bene con noi stessi.
Ma sarà vero amore?
Possiamo però essere spaventati da questo turbinio di emozioni che ci travolgono. Possono nascere alcuni dubbi: forse è solo una cotta? Ma questo è amore? E se poi mi innamoro, riusciremo ad affrontare la distanza? Spesso le emozioni vengono considerate come qualcosa di contrapposto alla ragione, come se sentire e pensare siano due attività mentali distinte, perfino in conflitto fra loro. Facciamo fatica a trovare un nuovo equilibrio con quella parte più logica di noi stessi che forse ci ha spinto a partire; ci chiediamo se tutto questo può stravolgere e non far portare a termine il nostro progetto con cui siamo partiti. Queste idee contrastanti fanno nascere comprensibilmente dei dubbi.
Ci investo o non ci investo?
Immaginare di investire in un rapporto con la prospettiva che questo sia destinato a finire o a cambiare radicalmente dal momento in cui una delle due parti andrà via, può essere complesso e portare alla scelta di ritirarsi o di mantenere i legami in superficie. Alcune persone preferiscono interrompere la relazione, smettere di rispondere ai messaggi e, in generale, tirarsi indietro da quei rapporti che avvertono (o cominciano ad avvertire) come importanti per loro: ci si protegge, a volte anche in modo poco consapevole, dalla possibilità dell’abbandono e dal dolore della perdita.
Una prospettiva possibile: una diversa progettualità
Possiamo invece scegliere di accogliere queste emozioni travolgenti, lasciarsi andare al piacere di ascoltarle e viverle come parte di un’esperienza potente di crescita e di conoscenza di se stessi. Molto probabilmente, mentre si studia o lavora all’estero, il cuore sarà rapito da qualcuno che proviene da un paese diverso dal proprio. La vicinanza a quella persona amplierà presto il vocabolario, la mente e il cuore.
Diamoci quindi la possibilità di vivere a pieno questa esperienza. Vale la pena trovare il coraggio di rivedere il nostro progetto! Facciamolo senza sentirci schiacciati dalla paura della progettualità, dall’idea di perdere qualcosa. Viviamo il presente senza troppe ansie e abbracciamo il potenziale cambiamento che tutto, compresa questa relazione, comporterà: in ogni caso, in quanto esseri dinamici, la rivoluzione è sempre dietro l’angolo. Tanto vale affrontarla mano nella mano con la persona che vuole fare un pezzo di strada con noi.
Valentina Forestiero
Psicologa e Psicoterapeuta