Secondo voi cos’è passato nella testa di Elon Musk quando in un tweet ha chiesto alla community se doveva restare l’Amministratore Delegato del colosso Twitter (appena acquistato per 44 miliardi di dollari, NdR)?
Visionario, grande innovatore, folle, genio, provocatore…questi sono solo alcuni degli aggettivi utilizzati per descrivere Musk. Io direi “napoleonico”, permettetemi di spiegarvi perché.
Dotati di notevole intelligenza ed ancora più smisurata ambizione, di entrambi non si riesce a capire se ci si trovi in presenza di grandi leader o dittatori, gambler o fini strateghi.
Cos’era quindi quel tweet del 19 dicembre 2022 con il quale lanciava il sondaggio in cui chiedeva se avesse dovuto dimettersi da capo di Twitter?
Evasione dall’esilio dell’isola d’Elba per riconquistare l’impero o prossima Waterloo?
Strategia pianificata per un fine o gioco d’azzardo?
E se invece a guidarlo fosse semplicemente la curiosità di vedere cosa succede, senza preoccuparsi dell'esito, perché in realtà non attribuisce un particolare significato personale alla risposta? La maggior parte di noi eviterebbe di mettersi nella posizione di farsi dire pubblicamente un incommensurabile NO, come quello previsto con una manovra del genere!
È stato coraggio o incoscienza, oppure ancora una provocazione?
Potrebbe esserci un’altra riflessione alla base delle sue azioni, un pensiero del tipo: “creiamo una perturbazione nel sistema e vediamo cosa accade, perché in ogni caso, qualsiasi risultato mi sarà utile! Sarà Significherà sapere qualcosa in più, avere un’informazione in più, conoscere meglio me, l’altro e il contesto”.
Certo, voi mi direte che qualsiasi scommessa è facile quando hai un capitale del genere alle spalle, ma io mi chiedo cosa cambierebbe se provassimo anche noi ad agire in quel modo ogni tanto, solo con la curiosità di vedere cosa succederebbe se…chiamassi quella persona, facessi quel viaggio, proponessi quel progetto al lavoro, etc.
Considerando il risultato come un'informazione, piuttosto che come un giudizio su di noi, allora il fallimento è messo in conto tanto quanto il successo, ed entrambi questi esiti ci suggerirebbero "semplicemente" quali esperienze ripetere e cosa non fare più.
«C’è una sciocca nozione da seguire alla nasa per cui il fallimento non è considerato un’opzione. Da noi lo è: se le cose non stanno fallendo, non stai innovando abbastanza».
Elon Musk
Silvia Carattoni
Psicologa e Psicoterapeuta