Anais Nin, che in qualità di capostipite della letteratura erotica al femminile ha mostrato come andare oltre “il periscopio del pisello” (*), muovendo una sostanziosa critica a quel genere letterario, fino a quel momento solo maschile, è stata anche un’expat all’ennesima potenza.
Nata in Francia da genitori cubani di origini francesi, spagnole e danesi, ha vissuto fra Sudamerica, Europa e Stati Uniti. Nata a inizio 1900, ha avuto una vita sentimentale ricca di sfumature e ha precorso i tempi con le sue scelte fluide in quanto a orientamento sessuale.
E' il 1940 quando Henry Miller, scrittore, sceneggiatore e giornalista Statunitense, le cede la scrittura di racconti erotici su commissione, raccolti nel libro del 1977 “Il delta di venere".
Una sorta di youporn analogico?
Sicuramente nelle intenzioni del committente, che chiedeva racconti sempre più espliciti e crudi; ma non dell’autrice, che lo malediceva per averla costretta alla mera descrizione meccanicista dell’atto, priva di ogni coloritura! E così in una lettera gli scrive:
“Il sesso non prospera nella monotonia. [...] Il sesso deve essere innaffiato di lacrime, di risate, di parole, di promesse, di scenate, di tutte le spezie della paura, di viaggi all'estero, di facce nuove, di romanzi, di racconti, di sogni, di fantasia, di musica, di danza, di oppio, di vino”. Tratto da “ll delta di Venere”.
Quel libro e gli altri suoi scritti ci hanno dimostrato che anche una donna può dire la sua in materia, permettendoci di andare oltre quei pregiudizi che vogliono le donne pudiche e ingenue. E dall'altra parte, che non tutti gli uomini sono spregiudicati e alla ricerca, cliché frutto di altrettanto pregiudizio. Diversamente da quanto ancora oggi riproposto in recenti libri erotici di successo, dove una lei, con tutta l'ingenuità della vergine, arriva all'incontro con un lui 27enne con un'esperienza da far impallidire il marchese De Sade.
Negli scritti di Nin possiamo cogliere la differenza fra erotismo e volgarità, cominciando a considerare l'erotismo come sentimento di per sé, se però accompagnato da curiosità e passione. E certo anche accompagnato dall'amore, ma non nel senso più comune di dedizione esclusiva all'altro, piuttosto amore come rispetto, quello che lei ha sempre dimostrato verso il marito, che ha sempre protetto dagli scandali delle sue relazioni.
Se sentimento a sé, allora, l'erotismo può essere coltivato sia in coppia che non, anziché dato per scontato, ricordando che siamo liberi di esplorare nella misura in cui ci sentiamo sicuri, e nel sesso ci si sente sicuri quando c’è rispetto per sè e per l’altro. Rispetto qui inteso come opposto del pregiudizio. Pregiudizi e stereotipi che ancora oggi condizionano la possibilità di condividere fantasie e desideri, ma anche dubbi e paure, per cui la ricerca di una vita sessuale appagante per una donna è vissuta come un tabù, mentre il non-desiderio per un uomo come una colpa.
Libertà è anche poter dichiarare apertamente “a me il sesso non interessa”, senza che qualcuno si chieda quale strana perversione sia!
Silvia Carattoni
Psicologa Psicoterapeuta
(*) Il periscopio è quel tubo dotato di specchi, usato nei sommergibili della prima guerra mondiale, che offre una visione dell’ambiente circostante, ma da una prospettiva univoca. La critica di Nin qui è proprio quella ad un unico modo di vedere la sessualità, che all’epoca era, potremmo dire, esclusivamente “fallocentrica”.