Vi siete mai domandati come si faccia a fare amicizia? Qualcuno ce l’ha insegnato? Probabilmente no. Tante delle nostre amicizie sono nate spontaneamente e, nel tempo, ci siamo costruiti la nostra rete sociale senza che sembrasse così impegnativo.
Sto pensando a quelli che chiamiamo “amici storici”, per esempio, amici che conosciamo da sempre e con i quali chissà dove e quando sia nata l’alchimia. Ci sono poi gli amici di quartiere o del paese. Gli amici d’infanzia, di scuola, di università o di Erasmus. Gli amici di famiglia e quelli conosciuti sul posto di lavoro.
Insomma, ce n’è per tutti i gusti e mi sento sicura nell’affermare che tutti noi, ognuno a proprio modo, ne abbiamo esperienza ogni giorno.
Quando fare amicizia diventa una sfida consapevole
Ma cosa succede quando fare amicizia diventa un impegno preso coscientemente per e con noi stessi?
Ci sono periodi o situazioni di vita, infatti, in cui può capitare di sentire più forte l’esigenza di costruire, ricostruire o ampliare la nostra rete sociale. Le motivazioni possono essere diverse:
- Un trasloco per motivi lavorativi o sentimentali
- Un trasferimento all’estero
- Scelte di vita che ci allontanano dal nostro gruppo di amici abituale
In questi casi non ci si trova naturalmente in un contesto circoscritto e chiaro dentro al quale potrebbero nascere nuove amicizie ma, viceversa, il contesto bisogna cercarlo o, addirittura, crearselo.
La sfida dell’expat: tra desiderio e difficoltà
Nei colloqui con pazienti expat emerge spesso questa tematica associata alla sensazione di essere in difficoltà come non lo si è mai stati prima. Viene riportata non solo la difficoltà a stringere amicizia, ma anche quella a trovare pieno senso nella nuova rete.
Ci si impegna, si cerca di creare o partecipare a situazioni in cui possano nascere legami. A volte ci si sforza di uscire di casa con la consapevolezza che nessuno busserà alla porta per offrire la propria amicizia.
E poi? Poi succede che, nonostante tutto questo, a volte si pensi che i nuovi amici siano una sorta di “ripiego”. Anzi, proprio l’impegno che ci si mette può far nascere la sensazione che la nuova rete sia qualcosa di artificiale in contrapposizione con la spontaneità delle amicizie storiche.
Il valore delle amicizie “temporanee”
La scelta di vivere all’estero, spesso, viene vissuta come una scelta temporanea. Nel lavoro con gli expat, pochissimi hanno una precisa data di rientro. Ma l’idea che ci sarà una fine sembra influenzare il desiderio di investire in nuovi legami e il senso di importanza che viene dato a questi.
Ma se utilizzassimo altri metri di misura? Un’amicizia più duratura è più reale di una che potrebbe essere “di passaggio”?
Io credo che sia fuorviante misurare l’autenticità di un’amicizia in base al tempo. Il rischio è di fare confronti poco utili e di perdersi il momento presente. Ha senso investire nell’amicizia con Lisa, conosciuta al corso di teatro, anche se tra sei mesi ritornerà in Italia? Perché no! Quale sarebbe il vantaggio di non godersi il presente con questa persona?
Tra vecchie e nuove amicizie: trovare un equilibrio
“Mi mancano le mie migliori amiche. Eravamo, anzi, siamo un trio perfetto dalle scuole superiori. Loro sanno tutto di me, ci si capisce al volo.”
Quante volte sentiamo frasi come questa? La profondità viene spesso associata alle amicizie storiche, in contrapposizione alla presunta superficialità delle nuove amicizie.
Due riflessioni importanti:
- La profondità delle care vecchie amicizie non è perduta, anche se vissuta diversamente
- Non carichiamo le nuove conoscenze di aspettative troppo alte fin dall’inizio
Il ruolo della tecnologia nelle nuove amicizie
Negli ultimi anni sono emerse nuove modalità di fare amicizia, specialmente per chi vive all’estero:
- App dedicate alla socializzazione
- Gruppi sui social network
- Community basate su interessi comuni
- Piattaforme per expat
Queste tecnologie aiutano a creare dei contesti più ristretti in cui muoversi, dialogare, conoscersi e approfondire le relazioni di persona. Ma nascono legami autentici? La domanda che possiamo farci è se ci sia qualcosa che li renda meno veri di altri.
Come trovare amici all’estero: da dove iniziare?
Parlare di amicizie all’estero è importante, ma ancora più importante è capire da dove partire concretamente.
Ecco alcuni suggerimenti che ho visto funzionare particolarmente bene tra i miei pazienti expat:
La lingua come ponte
Imparare la lingua locale non è solo una necessità pratica, ma può diventare un’incredibile opportunità di socializzazione. I corsi di lingua sono spesso luoghi dove si incontrano persone nella stessa situazione: tutti stanno cercando di ambientarsi, tutti hanno bisogno di fare nuove amicizie.
Non sottovalutate anche gli scambi linguistici: oltre a migliorare le vostre competenze linguistiche, potreste trovare persone davvero interessanti che hanno voglia di conoscere la vostra cultura mentre vi aiutano con la loro lingua.
Il potere delle passioni condivise
Pensate ai vostri interessi e trasformateli in opportunità di incontro. Che si tratti di:
- Sport di squadra
- Corsi di cucina locale
- Gruppi di lettura
- Lezioni di ballo
- Workshop creativi
Quando condividiamo una passione con qualcuno, le barriere culturali e linguistiche sembrano abbassarsi naturalmente.
La tecnologia come alleata
I social network e le app di socializzazione, se usati con intelligenza, possono essere ottimi punti di partenza. Non limitatevi a navigare passivamente: cercate gruppi di expat nella vostra città, partecipate alle discussioni, proponete incontri. Spesso le persone più attive in questi gruppi sono proprio quelle che hanno più voglia di creare connessioni reali.
Le istituzioni come punto di riferimento
Non sottovalutate il ruolo delle istituzioni italiane all’estero. I centri culturali, i consolati e le associazioni di italiani all’estero organizzano spesso eventi che possono essere ottime occasioni per:
- Conoscere altri connazionali
- Mantenere un legame con la cultura di origine
- Creare una rete di supporto iniziale
L’importanza dell’apertura quotidiana
A volte le amicizie nascono nei luoghi più inaspettati. Prendetevi il tempo di:
- Presentarvi ai vicini di casa
- Scambiare due parole con i colleghi durante la pausa caffè
- Partecipare agli eventi del quartiere
- Frequentare luoghi pubblici come biblioteche e caffetterie
Dalla famiglia al sociale
Se vi siete trasferiti con la famiglia, potete sfruttare questo moltiplicatore di opportunità sociali. I bambini a scuola, il partner al lavoro: ogni membro della famiglia può diventare un ponte verso nuove conoscenze e potenziali amicizie.
Il segreto? Costanza e pazienza
Ricordate che fare amicizia richiede tempo e dedizione. Non scoraggiatevi se i primi tentativi non portano subito ai risultati sperati. L’importante è:
- Mantenere un atteggiamento aperto e positivo
- Dare seguito alle nuove conoscenze
- Non avere paura di fare il primo passo
- Essere costanti nella partecipazione alle attività scelte
La chiave è trovare il giusto equilibrio tra essere proattivi e non forzare le cose. Le amicizie più belle spesso nascono quando meno ce lo aspettiamo, ma sempre quando siamo aperti ad accoglierle.
Ricordatevi che non esiste una ricetta magica che funzioni per tutti. Ognuno deve trovare il proprio modo di aprirsi alle nuove relazioni, rispettando i propri tempi e il proprio carattere. L’importante è non chiudersi in casa aspettando che le amicizie bussino alla porta – perché, come abbiamo detto all’inizio, questo difficilmente accadrà!
Conclusione: aprirsi alle nuove possibilità
Concludendo, quindi, a chi si rivede in questi pensieri e dubbi, la mia risposta è sì, credo che ne valga la pena e che abbia senso provare a investire in nuove conoscenze al di là della possibile durata, dell’intensità e del contesto in cui sono nate.
Creare legami è un bisogno radicato in tutti noi a qualsiasi età ed ovunque siamo e, come tale, non dovremmo ignorarlo. A maggior ragione quando questo bussa più forte alla nostra porta! Apriamogli… e prendiamocene cura.
Stefania Bossetti
Psicologa e Psicoterapeuta